È vero furono i francesi a portare il riso a Napoli e il sartù ne è la prova regina. Poi, però, i napoletani ci hanno messo del loro, utilizzando l’ingrediente in molti piatti, tra cui uno dei più famosi è senza dubbio verza e riso o, per dirla in dialetto, ‘e virzo cu ‘e rise. Nient’altro che una minestra, semplice da fare e, quel più conta, sublime da mangiare. Come per il timpano di maccheroni, anche in questo caso, nella preparazione del piatto ci siamo ispirati alla ricetta di “A Napoli si mangia così” dello storico Vittorio Gleijeses (A Napoli si mangia così, Società Editrice Napoletana, 1977). Un libro che per quantità di spunti e curiosità è riduttivo considerare solo come testo di cucina. Buona lettura.
Informazioni:
– Tempo: 1 ore ca.
– Difficoltà: bassa
Ingredienti per 4 persone:
– 1 verza grande;
– 400 gr. di riso;
– 100 gr. di pancetta tesa;
– 2 cipolle (1 per il brodo vegetale);
– 2 carote (per il brodo vegetale);
– 1 costa di sedano (per il brodo vegetale);
– 1 patata (per il brodo vegetale);
– pomodorini (per il brodo vegetale);
– scorze di formaggio;
– olio e.v.o;
– sale.
Procedimento:
1) In una pentola soffriggere la cipolla e la pancetta tagliata a dadini;
2) poco dopo, a soffritto dorato, aggiungere la verza lavata, asciugata e tagliata a listarelle (eliminare le foglie più esterne e la costa centrale);
3) mescolare gli ingredienti;
4) e aggiungere, subito dopo, qualche mestolo di brodo vegetale (nel frattempo preparato con abbondante acqua, 2 carote, 1 cipolla, 1 costa di sedano, 1 patata e qualche pomodorino).
5) Lasciar cuocere per 50 minuti (max. 1 ora);
6) ricordando di inserire a metà cottura i pezzi di formaggio tagliati a dadini;
7) calare il riso badando alla consistenza della minestra (se necessario, aggiungere qualche mestolo di brodo);
8) aggiustare di sale senza esagerare (la pancetta e i pezzi di formaggio hanno già salato la minestra).
9) Impiattare, con una spolverata di formaggio grattugiato (e chi gradisce un po’ di peperoncino forte).
Buon appetito da Ischia